Comune di Tito

Patrimonio storico e culturale

Orti urbani

orti

Ecco il risultato della collaborazione tra Comune di Tito, associazione RiCrea e ortolani titesi per recuperare e riportare in una cornice di legalità l’antica tradizione della “duvada”. Il traguardo più importante finora raggiunto è l’autorizzazione, di durata trentennale, alla derivazione di acqua dalla fiumara per irrigare gli orti di fondovalle. Qui trovate l’elenco degli ortolani autorizzati, alcuni elaborati progettuali, il contratto sottoscritto oltre il materiale raccolto durante gli appuntamenti che hanno come protagonista la nostra fiumara.

pdf Istanza per la concessione trentennale di derivazione di acqua pubblica superficiale del torrente Noce a uso irriguo, nulla osta Regione Basilicata

pdf Elenco ortolani richiedenti

zip Studio idrologico-idraulico, allegati grafici

» Regolamento regionale derivazione acque pubbliche della Regione Basilicata

 

La fiumara di Tito, caratteristiche geologiche e geomorfologiche (dr. Antonio Langone)

 

 

 

Biblioteca comunale Lorenzo Ostuni e Fondo Carlo Alianello

biblioteca esterno w450

Tito, via Convento
Orari di apertura:
lunedì, martedì e giovedì dalle ore 15 alle ore 19

Docente, scrittore, sceneggiatore, Carlo Alianello, di origini titesi, ha affrontato con le sue maggiori opere, L’alfiere e L’eredità della priora, il tema della conquista del Sud, dal brigantaggio all’unificazione d’Italia. Nel Fondo a lui dedicato sono conservati scritti mai pubblicati e oggetti personali.
La sua affascinante personalità si intreccia, nello stesso luogo, con quella di Lorenzo Ostuni, studioso e collezionista di simboli di ogni cultura, artista visivo e incisore di specchi e pietre, inventore di originali tecniche d’indagine e sviluppo della personalità, profondo conoscitore delle tradizioni spirituali.

La biblioteca comunale è gestita dall'associazione Sotto il Castello.
--

Lorenzo Ostuni
Lorenzo Ostuni (Tito 1938, Roma 2013) è stato un filosofo, simbologo e terapeuta italiano di fama internazionale. Fin dagli anni sessanta si è dedicato allo studio dei simboli e al loro utilizzo come strumento per la conoscenza profonda di se stessi e per l’autorealizzazione. Diversi sono i sistemi semiologici, simbolici e letterari da lui creati a questo scopo (i più noti: il Biodramma, la Mirror therapy, le 99 Chimere, le Sfingi). Tantissime sono le persone (anche molto note come Federico Fellini, Vittorio Gassman, Theo Angelopoulos) che hanno frequentato il suo centro studi “La Caverna di Platone” a Roma, così come migliaia i partecipanti ai suoi seminari in Italia e negli Stati Uniti,
dove ha insegnato presso l’Esalen Institute, il più importante centro mondiale per lo sviluppo del potenziale umano.
Lorenzo Ostuni è stato anche autore di programmi televisivi (uno dei successi: Misteri su Rai2 e Rai3) e produttore di sceneggiati televisivi e di grandi film d’autore premiati a Cannes e Venezia.

Fondo Carlo Alianello
Autore di origine lucana, il padre era potentîno ed il nonno di Missanello, Carlo Alianello nacque il 20 marzo 1901 a Roma e qui morì il 1° aprile 1981.
Dopo aver trascorso la fanciullezza in Sardegna e nel capoluogo toscano gli anni della gioventù, rientrò a Roma per laurearsi in Lettere e dedicarsi alle sue passioni: l'insegnamento e il giornalismo. Collaborò infatti con Il Mondo, Il Corriere della Sera, Il Giornale d'Italia e Il Messaggero.
Eventi di grande importanza lo videro protagonista: nel 1952 ricevette il Premio Valdagno-Marzotto per I Soldati del Re e nel 1963 il Premio Campiello per L'eredità della priora. Il suo primo romanzo L'alfiere, pubblicato nel 1943, ebbe un tale successo di critica e di pubblico da diventare, nel 1956, uno dei primi sceneggîati televisivi prodotti dalla Rai con la regia di Anton Giulio Majano. Stessa regia nel 1980 per lo sceneggiato in sette puntate tratto da L'eredità della priora, del quale molte scene vennero girate a Tito. Frequenti riferimenti al paese sono presenti nelle opere principali della scrittore. Ne L’alfiere, ad esempio, Alianello ne descrive il paesaggio e le feste popolari. il Fondo Carlo Alianello, costituito dall'archivio dello scrittore e da alcuni oggetti personali, è stato donato dalla famiglia nel 2001 al Comune di Tito.
L'amministrazione comunale e la famiglia Alianello, in collaborazione con il parco della Grancia, hanno presentato al pubblico il Fondo nel dicembre del 2003, mentre il 18 febbraio 2004 la Soprintendenza archivistica della Basilicata ha formalizzato la notifica di notevole interesse storico.

Info e prenotazioni

museo multimediale ett

MUSEO MULTIMEDIALE "UNA ROCCA DI AVVISTAMENTO SULLA STORIA"

Sito web
www.torresatriano.it

Orari
Apertura ordinaria
dal 1° marzo al 31 ottobre > sabato e domenica ore 9:00/13:00 e ore 15:00/17:00
Apertura straordinaria
L’apertura del sito e la visita guidata saranno garantite negli altri mesi dell’anno e nei restanti giorni della settimana, ove possibile, per gruppi di minimo 10 visitatori che effettuino la prenotazione con un preavviso di almeno 24 ore.

Contributo visita
Nelle giornate di apertura ordinaria (1/3 – 31/10)
3 euro (pro capite) / 2 € (pro capite) ridotto per under 12 e over 65
Nelle giornate in cui non è prevista l'apertura ordinaria
numero visitatori (per gruppo) > contributo (pro capite)
Meno di 10 > 5 euro
Da 10 a 24 > 3 euro
Da 25 a 49 > 2.50 euro
Più di 50 > 2 euro
In caso di apertura straordinaria sono previste riduzioni solo su base numerica e non per fasce d’età.

Contatti
Associazione culturale Memorìa
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
329.4588795 Michele Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
340.2697957 Marika Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
340.2697597 Simona Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La tour de Satrianum

flag-ita Versione italiana   flag-eng English version

veduta-area-scavo

Vue d’ensemble de la zone d’excavation avec la cathédrale, la résidence de l’évêque et la tour (de F. Sogliani, M. Osanna, L. Colangelo, A. Parente, “Gli spazi del potere...”, p. 239)

L'ancienne ville de Satrianum s’enlevait au sommet d'une colline en contrôlant d'importantes voies de communication (vers la ville de Potenza, la Vallée du Diano et la Vallée d'Agri) et à vol d'oiseau avec d'autres centres fortifiés, comme le château de Brienza et la tour de Picerno. Après les études pendant les années '60 du dernier siècle conduits par la British School at Rome, le site a été étudié par l'équipe de la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera du 2006 au 2009. La même école est maintenant en train de s'occuper d’ultérieures recherches. L'agglomération médiévale a effacé presque du tout les traces d'un établissement précédent datant de l'age des Lucaniens (probablement du IVe siècle av. J.-C.), duquel ne reste qu'une petite partie des murs de fortification sur le versant occidental. Des blocs des murs d'enceinte ont été réutilisés dans la reconstruction de la tour, et ils sont bien visibles aux angles. Les premières témoignages de l'existence de Satrianum remontent à l'Haut Moyen Âge : dans l'hagiographie de Saint Laviero (datée 1162 selon une transcription du 1562) le diacre de l'église de l'ancienne ville de Grumento, Roberto de Romana, conte de la translation des reliques du saint de Grumento à Satriano, après le siège de la ville par les Sarrasins (878 av. J.-C.). Les sources documentaires nous content que, pendant la période normande, la ville avait un dominus (Sarlus et après Goffredo, entre la fin du XIe et le début du XIIe siècle) et qu'elle était aussi un siège épiscopal (la première mention est du 1080 : dévouement d'un autel à Saint Stefano par l'évêque Giovanni). La construction de la ville remonte à l'age Normand. Cette dernière était entourée d'un mur d'enceinte et à l'intérieur elle ne contenait pas seulement les logements, mais aussi les deux pôles du pouvoir politique et religieux : la tour carrée en position décentralisée par rapport aux foyers et la cathédrale. La tour, qui a été récemment restaurée, présente une citerne au rez-de-chaussée, en se développant sur deux niveaux, et il est probable qu'il y avait aussi un troisième étage qui n'a pas été conservé. L'entrée, soulevée par rapport à la rue, représente un instrument de défense des attaques des ennemis. La tour était probablement le lieu dédié au logement du seigneur, mais elle contenait aussi des espaces fonctionnels à la vie du fort, comme une trésorerie et une pièce pour le stockage de la nourriture.

pianta-cattedrale

PPlan de la cathédrale et des pièces de la résidence de l’évêque avec l’indication des sépultures (de F. Sogliani, M. Osanna, L. Colangelo, A. Parente, "Gli spazi del potere", p. 233)

La cathédrale est caractérisée par une plante à trois nefs absidales, avec deux lignes de piliers. La nef centrale est plus large que les autres. Le plancher était composé, au moins en partie, de tuiles de terre cuite embellies avec des décorations. Pendant la période des Angevins la structure subit des rénovations : les tuiles de terre cuite sont substituées par des dalles en pierre et les espaces des nefs latérales sont subdivisés. Dans le bâtiment, et tout au long du mur nord externe, il est possible de relever la présence de certaines "sépultures privilégiées". Dans la partie finale de la nef de gauche, par exemple, une tombe en maçonnerie du XIIIe siècle e été retrouvée. À l'intérieur, il y a quatre sépultures dont la plus antique, une femme, était accompagnée d'un riche trousseau d'ornements en métal, comme 24 petites fleurs en bronze, faisant partie d'une coiffure. En plus, immédiatement à gauche de l'entrée de la cathédrale, une autre tombe en maçonnerie du XIIIe-XIVe siècle avec les restes d'un individu d'haut rang a été retrouvée. Le squelette conserve encore intacts les ourlets d'une robe en lin ou en soie. Un complexe immobilier, composé par plusieurs pièces pertinentes à la résidence de l’évêque (lieux de réunions de la communauté religieuse et chambres de service), placé autour d'un espace ouvert ou il y a aussi une grande citerne pour la collecte de l'eau a été étudié. La cathédrale et la résidence de l’évêque n'étaient pas les seuls bâtiments religieux de l'ancienne ville médiévale : on sait de la présence d'un monastère dédie à Saint Blaise hors des murs de Satrianum et d'une église dédiée à Sainte Marie à l'intérieur de l'établissement. Aujourd'hui il n'y a aucune certitude en ce qui concerne l'emplacement des structures.

sepoltura w345

Une des sépultures pendant l’excavation (de F. Melia, "Il complesso architettonico", p. 279)

L'abandon de Satrianum devrait remonter au XVe siècle, probablement à cause d'un terrible tremblement de terre. Le site a été fréquenté de manière sporadique jusqu'au XVIII siècle, quand les structures sont effondrées définitivement. Selon une légende, la reine Jeanne II de Naples (fille de Charles III et Marguerite de Durazzo, laquelle ne doit pas être confondue avec Jeanne Ire de Castille) prit la décision de punir la ville de Satriano en ordonnant le feu et la destruction. De cette manière, elle aurait vengé un outrage subit d'une demoiselle d'honneur par des hommes du lieu pendant un séjour dans la ville. Jusqu'à maintenant il n'y a pas de traces archéologiques qui peuvent démontrer le légendaire feu de Satrianum.

interno-torre-prima

L’intérieur de la tour avant la récente restauration (de A. D'Ulizia, F. Sogliani, "Dai documenti d'archivio", p. 177)

Bibliographie italienne
G. Spera, L’antica Satriano in Lucania, Cava dei Tirreni 1886.
D. Whitehouse, “Excavations at Satriano a deserted medieval settlement in Basilicata”, in “Papers of the British School at Rome”, XXXVIII 1970, pp. 188-219.
N. Laurenzana, Tito. Storia, vicende, personaggi, usi e costumi, fede, Cassola 1989.
L. Colangelo, “Il complesso architettonico della cattedrale di Satrianum. I risultati delle nuove inda­gini”, in M. Osanna, B. Serio, I. Battiloro (a cura di), Progetti di archeologia in Basilicata. Banzi e Tito, “Siris”, suppl. II, Bari 2008, pp. 183-192;
A. D’Ulizia, F. Sogliani, “Dai do­cumenti di archivio al dato archeologico: Satrianum e la sua forma urbana”, in M. Osanna, B. Serio, I. Battiloro (a cura di), Progetti di archeologia in Basilicata. Banzi e Tito, “Siris”, suppl. II, Bari 2008, pp. 171-181.
M. Osanna, B. Serio, I. Battiloro (a cura di), Progetti di archeologia in Basilicata. Banzi e Tito, “Siris”, suppl. II, Bari 2008.
C. Albanesi, “Il complesso architettonico della Cattedrale di Satrianum. I risultati delle nuove indagini nell’area dell’episcopio”, M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Venosa 2009, pp. 263-271.
F. Melia, “Il complesso architettonico della Cat­tedrale di Satrianum. Le sepolture”, in M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Venosa 2009, pp. 273-280.
M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Venosa 2009.
F. Sogliani, M. Osanna, L. Colangelo, A. Parente, “Gli spazi del potere civile e religioso dell'insediamento fortificato di Torre di Satriano in età angioina”, in P. Peduto, A.M. Santoro (a cura di), Archeologia dei castelli nell’Europa angioina (secoli XIII-XV), Atti del Convegno Internazionale (Salerno novembre 2008), Firenze 2011, pp. 227-241. 

 

The Satrianum tower

flag-ita Versione italiana   flag-fra Version française

veduta-area-scavo

General view of the excavation area with the cathedral, the episcopal seat, and the tower (from F. Sogliani, M. Osanna, L. Colangelo, A. Parente, “Gli spazi del potere...”, page 239)

The old city of Satrianum rose on the top of a hill, dominating some important routes toward the city of Potenza, the Vallo di Diano and the Agri Valley, overlooking both the castle of Brienza and the Picerno tower.
After the researches conducted during the 60’s by the British School at Rome, the site has been investigated by the Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici of Matera from 2006 to 2009. At present,the archaelogical site is studied by the same Institute. The traces of the settlement of the Lucanian age (probably dating back to the fourth century B.C) were almost completely deleted by the medieval settlement, except for a little segment of the defention walls on the western side. Some blocks of the walls were reused for the costruction of the tower and they are clearly visible at the corners.
The first news of the existence of Satrianum date back to the early Middle Ages: in the agiography of Saint Laviero (1162- according to a transcription of 1562) the deacon of the church of the old city of Grumentum, Robertio di Romana, narrates about the transfer of the relics of the saint from Grumentum to Satrianum, because of the siege of the city by the Saracens (878 A.C.).
According to the the documentary sources, during the Norman domination the city was governed by a dominus (Sarlus at first and then Goffredo, between the late eleventh century and the early twelfth century) and it was also an important episcopal seat (dedication of an altar to Saint Stefano by the bishop Giovanni, whose notice dates back to 1080). The settlement of the city was enclosed by some walls and contained not only the dwellings, but also the two poles of the political and religious power: the square plan tower, which is decentralized if compared to the settlement, and the cathedral.
The tower, recently restored, is characterised by a tank on the groundfloor and it is structured on two levels, maybe with a third floor which has been lost. The entry is raised in relation to the road level to assure security against some possible enemy attacks. Presumably, it contained the accomodation of the lord, as well as some rooms which were functional to the life of the fort, as a treasury and a room for the storage of foodstaff.

pianta-cattedrale

Plant of the cathedral and of the rooms of the episcopal seat with the position of the burials (from F. Sogliani, M. Osanna, L. Colangelo, A. Parente, "Gli spazi del potere", page 233)

The cathedral has a three nave plant, of which the central is the largest one. All the three naves are asped, with two rows of squared pillars. The floor was partly constituted by terracotta tiles with some decorative patterns. During the Angevin age, the structure goes through many remakes: the terracotta tiles are substituted by stone sheets and the spaces of the lateral naves are divided. Inside the building and along the outside of the north wall, there are some privileged burials. For exemple, at the end of the left nave, a tomb in masonry (twelfth century) has been found. The tomb has four entombments: the oldest one, a woman, owed a rich dowry made of some metal ornaments, including twenty-four bronze little flowers belonging to a headgear. In addition, immediately to the left of the entry of the Cathedral there is another tomb in masonry (thirteenth-fourtheenth century) containing the remains of an high-ranking personality, whose skeleton kept still intact the corners of a linen or silk clothing.
A compound between the cathedral and the tower, composed by more rooms, and relevant to the episcopius, has been studied. These were the places where the religious community gathered, including also the service rooms. These settings are located around to an open space containing a big tank for water collection.
The cathedral and the episcopius were not the only religious buildings of the old medieval city: it is known that there was a monastry dedicated to Saint Blaise out of the Satrianum walls, and that there should be also a church dedicated to the Holy Mary inside the settlement. However, it is not certain where the two structures were placed.

sepoltura w345

One of the burials founded during the excavation (from F. Melia, "Il complesso architettonico", page 279)

The abandonement of the city should be cronologically dated during the fifteenth century, probably after a devastating earthquake. The site continued to be sporadically dwelled until the eighteenth century, when the stuctures fell definitively down.
According to a legend, the queen Joanna II of Naples (daughter of Charles II and Margaret of Durazzo, and that should not be confused with Joanna the Mad, daughter of Ferdinand II of Aragon and Isabela I of Castilia) took the decision of punishing Satrianum. She ordered to set fire to the city and to destroy it tragically. In this way, the queen would have revenged an offence suffered by one of her damsels carried out by some men of the place, during a stay in the city.
At present there are not any archaeological traces able to prove the fire of the city of Satrianum.

interno-torre-prima

View of the inside of the tower before the recent restoration (from A. D'Ulizia, F. Sogliani, "Dai documenti d'archivio", page 177)

Italian bibliography
G. Spera, L’antica Satriano in Lucania, Cava dei Tirreni 1886.
D. Whitehouse, “Excavations at Satriano a deserted medieval settlement in Basilicata”, in “Papers of the British School at Rome”, XXXVIII 1970, pp. 188-219.
N. Laurenzana, Tito. Storia, vicende, personaggi, usi e costumi, fede, Cassola 1989.
L. Colangelo, “Il complesso architettonico della cattedrale di Satrianum. I risultati delle nuove inda­gini”, in M. Osanna, B. Serio, I. Battiloro (a cura di), Progetti di archeologia in Basilicata. Banzi e Tito, “Siris”, suppl. II, Bari 2008, pp. 183-192;
A. D’Ulizia, F. Sogliani, “Dai do­cumenti di archivio al dato archeologico: Satrianum e la sua forma urbana”, in M. Osanna, B. Serio, I. Battiloro (a cura di), Progetti di archeologia in Basilicata. Banzi e Tito, “Siris”, suppl. II, Bari 2008, pp. 171-181.
M. Osanna, B. Serio, I. Battiloro (a cura di), Progetti di archeologia in Basilicata. Banzi e Tito, “Siris”, suppl. II, Bari 2008.
C. Albanesi, “Il complesso architettonico della Cattedrale di Satrianum. I risultati delle nuove indagini nell’area dell’episcopio”, M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Venosa 2009, pp. 263-271.
F. Melia, “Il complesso architettonico della Cat­tedrale di Satrianum. Le sepolture”, in M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Venosa 2009, pp. 273-280.
M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Venosa 2009.
F. Sogliani, M. Osanna, L. Colangelo, A. Parente, “Gli spazi del potere civile e religioso dell'insediamento fortificato di Torre di Satriano in età angioina”, in P. Peduto, A.M. Santoro (a cura di), Archeologia dei castelli nell’Europa angioina (secoli XIII-XV), Atti del Convegno Internazionale (Salerno novembre 2008), Firenze 2011, pp. 227-241. 

 

Sottocategorie

Torna ad inizio pagina
©2008-2024 Comune di Tito - Realizzato da Generazione Zero / Webmega -Internet Solutions-