Comune di Tito

Il Convento

Convento di Sant'Antonio da Padova

L'antichissimo cenobio intitolato al santo porto­ghese è stato completamente ristrutturato dopo l'ultimo sisma.

L'epoca della sua edificazione si attesta ai primi anni del XVI secolo, quando i cittadini provvi­dero, con le loro donazioni e con beni del Comune, alla sua costruzione per poi conse­gnarlo a padre Gianfrancesco da Potenza, del­l'ordine dei Francescani.

A pianta quadrata, il convento presenta una teoria di quattro archi per ogni lato, che si affac­ciano sul chiostro interno, dove un tempo erano sistemati un pozzo per la raccolta dell'acqua, predisposto per le esigenze dei frati.
Degno di nota è l'affresco posto sulla parete del­l'annessa chiesa (lato settentrionale) che ripro­duce i miracoli compiuti da Sant'Antonio da Padova nel corso della sua vita. L'opera si compone di sei quadri che sono stati commissionati da titesi in segno di devozione al santo.

Alla fine della stessa parete campeggia in alto un dipinto a semiluna raffigurante il batte­simo di Gesù. Il muro perimetrale è, invece, impreziosito dagli affreschi a lunetta con le effi­gi dei tre profeti Nahum, Osea e Sofonia e da quelli, più piccoli, di tre studiosi: (Si)lverus Hispan(US), (A)ntonius Quevara e Franciscus Gotus. Tutto il corridoio, con volta a botte, pre­senta altre lune. Centralmente ne sono poste otto, di cui tre non più leggibili. Le cinque rima­ste rappresentano una colomba (lo Spirito Santo), una Croce con globo, l'Agnello con un libro e un sigillo, una Croce e un'altra figura sacra che non si riesce a identificare con preci­sione. A destra e a sinistra vi sono sette lune in alto e otto in basso, tutte affrescate con figure sacre più o meno leggibili.

Un altro corridoio degno di menzione nel monastero (lato ovest) è quello affrescato con nove immagini, raffiguranti anch'essi i miracoli del santo, fatte realizzare dai fedeli devoti. Il corridoio a sud è riccamente affrescato con sette quadri a tema uguale; quello a est presenta immagini non più decifrabili e quindici lunette che raffigurano personaggi mitici e della Bibbia. In questo lato del convento, alla finedel corri­doio, è dipinta una Pietà con San Francesco. Una scala conduce al piano superiore, dove si aprivano le celle dei frati, che hanno varie aper­ture sul chiostro.

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La Chiesa del Convento

Coeva all'epoca di costruzione del cenobio è la chiesa adiacente, a due navate riccamente stuc­cate. Vi si accede da un portale sul quale spicca lo stemma dei Francescani. Sul lato destro dell’aula si aprono alcune nicchie decorate con madonne e santi e arricchite da motivi orna­mentali.

La zona presbiteriale, a cui si accede da una sca­linata, è sormontata da un arco trionfale. Una cattedra per le funzioni liturgiche spicca a destra del presbiterio, sulla sinistra invece c'è un pianerottolo policromo per l'organo (che un tempo era a canne). Dietro l'altare maggiore c'è un coro ligneo.

Nella navata laterale dell'edificio sacro si con­servano due altari dedicati a Sant’Antonio da Padova e a San Francesco, sormontati da due nicchie contenenti le statue dei santi in legno finemente intagliato. Tra gli arredi sacri vanno menzionati: le statue di San Vito, San Rocco, San Pasquale e San Biagio, racchiuse in piccole nicchie lignee; un olio di Giovanni De Gregorio (detto "il pietrafesano") che rappresenta un'Immacolata (1629); un quadro della Madonna Assunta in cielo; quattordici quadretti, di forma ovale, raffiguranti le stazioni della Via Crucis; le tre opere pittoriche di Santa Chiara, Santa Marta e del martirio di Santa Cecilia; una statua in legno della Madonna del Carmine. Nella chiesa un tempo avveniva la sepoltura dei morti, come attestano le numerose nicchie che avevano sul pavimento botole ribaltabili successivamente interrate per motivi di sicurezza.

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