Comune di Tito

Giornata mondiale dei poveri, Scavone: «Cambiare comportamenti e rafforzare strumenti di contrasto»

«Le istituzioni e la politica sono chiamate a svolgere un ruolo diverso da quello che ha in tanti casi favorito atteggiamenti relazionali e modelli culturali basati sulla logica dello scambio tra interessi individuali; modelli che, complice la crisi economica e occupazionale di questi anni, hanno generato un aumento delle povertà materiali e immateriali e dell'esclusione sociale». Lo dichiara Graziano Scavone, sindaco di Tito, in occasione della prima Giornata mondiale dei poveri.

«Oggi la povertà ha mille volti. Quando si parla di poveri ci si rivolge, come ci ricorda papa Francesco, a tutti coloro che vivono nel dolore, nell'emarginazione, nella violenza, nella prigionia, nella privazione della libertà e della dignità, nell'emergenza sanitaria e nella mancanza del lavoro, nella tratta e nella schiavitù. Abbiamo tutti il compito – sottolinea il sindaco di Tito – di caricarci della condizione di forte disagio sociale ed economico dentro la quale vivono tanti cittadini, giovani e anziani, evitando di trattarla come un mero dato statistico. Nelle comunità devono germogliare e affermarsi comportamenti solidaristici virtuosi che rimettano al centro i diritti fondamentali dell'individuo». «Spinti da questa logica – continua Scavone – in queste settimane l’amministrazione comunale di Tito sta intensificando gli sforzi per avviare un progetto di comunità sul recupero delle eccedenze alimentari che incroci il civismo delle associazioni, in particolare della Pro loco di Tito e dell'organizzazione di volontariato ‘Io Potentino’, beneficiari dei progetti di reddito minimo a cui auspichiamo si uniranno presto altri gruppi di cittadini singoli e associati recuperando quanto di buono c'è nelle nostre comunità, non solo e non tanto dal punto di vista alimentare».

«Bisogna diffondere nuovi percorsi di inclusione sociale, a Tito come altrove, e creare modelli di comunità allargate dentro le quali gli ultimi non si sentano esclusi ed emarginati, ma appartenenti a un sistema di relazioni e di scambi capace di generare valore sociale, riconoscendo a tutti il diritto a un'esistenza dignitosa». «Bisogna rafforzare un modello solidale e caritatevole che in questi anni sta vedendo innanzitutto la Caritas diocesana e parrocchiale impegnata quotidianamente a soccorrere tante famiglie lucane e titesi. Si tratta ora di integrare e ampliare la rete sociale – conclude Scavone – attraverso il coinvolgimento diretto di istituzioni locali, operatori sociali, operatori commerciali e cittadini impegnati a fronteggiare e normalizzare le condizioni di povertà, evitando ai tanti individui che la subiscono disperazione e marginalizzazione sociale».

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