Rientro stazione spaziale cinese: Italia confermata tra i possibili scenari

Sabato, 31 Marzo 2018 12:13

Sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI) durante l’incontro del tavolo tecnico che si è riunito nel pomeriggio di oggi presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, al momento, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio.

La previsione di rientro sulla terra della stazione spaziale cinese Tiangong-1 è stimata per il 1 aprile alle ore 9.26 UTC (ora italiana 11.26), con una finestra di incertezza di circa 12 ore. All’interno di questo arco temporale, le finestre di interesse per l’Italia, al momento riguardano il potenziale coinvolgimento delle regioni Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano (terre emerse) corrisponde a una probabilità stimabile intorno allo 0,2%.

Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare. Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in base agli aggiornamenti forniti dal tavolo tecnico riunito in seduta permanente, valuterà nelle prossime ore la convocazione del Comitato Operativo nazionale, sia per analizzare gli scenari che per prendere le dovute decisioni in tempo reale. Sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione:

In riferimento agli aggiornamenti che perverranno nelle prossime ore, l’ufficio stampa provvederà a dare informazioni tecniche agli organi di stampa e a pubblicare gli aggiornamenti sul sito istituzionale del Dipartimento www.protezionecivile.gov.it. 

Fonte: Protezione civile.